Lungo il litorale fra Trapani e Marsala il paesaggio è dominato dalla distesa delle saline con i caratteristici mulini a vento. Per secoli il sale è stato una delle grandi risorse del territorio e veniva nominato l'oro bianco di Trapani.
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panorama: a sinistra le saline |
Le saline di Trapani si possono considerare le più antiche d’Europa. Impiantate per la prima volta dai fenici nel V secolo a. C. diventarono monopolio di stato con Federico II di Svevia. Ma fu nel XV secolo, sotto il dominio degli aragonesi, che l'industria del sale si affermò. Favorita anche dalla posizione geografica del porto, l'industria decade con la scoperta dell’America a cui si susseguirono altri momenti di crisi con la chiusura del porto (dovuta alla pestilenza del 1624). Finalmente sotto il regno borbonico attraversò un periodo felice col tentativo da parte del governo di Napoli di monopolizzare le saline.
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mucchio di sale |
Molti Stati del nord Europa ebbero a Trapani delegazioni commerciali per l’importazione del sale (che utilizzavano per la conservazione del pesce). Si susseguirono alti e bassi: con l’unità d’Italia (1861) ebbe inizio il declino perché il governo piemontese favorì le saline di Cagliari ma all’inizio del 900 ci fu nuovamente un periodo positivo.
Dopo la seconda guerra mondiale, invece, iniziò la crisi definitiva che dura fino ai nostri giorni. All’origine ci sono gli alti costi di produzione e la forte concorrenza straniera. Gli impianti in funzione sono ormai pochi e restano in tutto una decina. Molte vasche sono state colmate, altre vengono utilizzate per la pescicoltura.
Un tempo l’industria del sale a Trapani occupava diversi artigiani e operai che conoscevano i segreti sia della costruzione delle vasche e dei mulini sia della coltivazione del sale.
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cumulo di sale ricoperto da tegole |
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il mulino della salina Culcasi |
Negli ultimi decenni, grazie soprattutto a privati e ad associazioni culturali e ambientaliste, è iniziato il recupero di alcuni mulini abbandonati e fatiscenti. La salina Culcasi ospita un museo e un ristorante, mentre le Saline di Trapani e Paceco (che stavano per essere travolte dallo sviluppo edilizio della città), assieme allo Stagnone di Marsala sono state incluse nel piano delle aree da costituire a riserve. Le saline Ettore e Infersa offrono ai visitatori un percorso multimediale, un museo e diverse esperienze e attività. Il mulino, restaurato e in funzione, ha dimensioni molto grandi ed è visitabile. Tra i servizi turistici del posto è compreso l’imbarcadero per Mothia.
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il mulino della salina Ettore e Infersa |
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salina Culcasi, interno museo |
Gli itinerari turistici della città di Trapani, dalla via Libica fino al capo Lilibeo di Marsala, comprendono anche il percorso della ‘via del sale’.
Lungo tutto il litorale, suddivise da sottili muretti di tufo, le saline formano una scacchiera i cui colori, al tramonto, brillano di luce tra le tinte rosate dell’acqua e i riflessi dorati del sole. Lo spettacolo al tramonto diventa ancora più suggestivo! Le saline, inoltre, sono stazione di passaggio degli uccelli migratori che è facile scoprire nelle vasche in qualsiasi stagione dell'anno.
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tramonto alla salina Culcasi |
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salinai al lavoro |
Soprattutto in primavera e in estate mi piace recarmi in mezzo alle saline per fotografare i gabbiani, i fenicotteri rosa o altri uccelli migratori che nelle acque salmastre delle vasche si fermano durante i loro viaggi transitori dall’Africa verso l’Europa.
I panorami sono sempre mozzafiato ed è consueto nella stagione più calda, anche a fine estate, vedere turisti scattare foto ricordo affascinati dalla vista dei mucchi di sale disposti dentro le stesse vasche in cui è avvenuta la raccolta. Le saline viste dalla Torre di Nubia sono le più fotografate al tramonto.
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