Risorse e ricchezze economiche

   Le risorse e le ricchezze naturali che rappresentano le maggiori fonti di sviluppo sono costituite dal mare, dalla  morfologia del territorio (pianure e colline) e dal vantaggio di un clima mite tutto l'anno.
  La pesca, l'agricoltura e l'industria (per lo più estrattiva e conserviera) abbinate al turismo rappresentano i punti di forza dell'economia locale. Per rendersi conto della loro importanza bisogna evidenziarle singolarmente. Al turismo mi dedicherò in una pagina a parte.
   Grazie ad una fortunata posizione geografica che vede Trapani bagnata da entrambi i lati dal Mediterraneo, la città ha sempre basato la sua ricchezza sul mare e in particolare sulla pesca. Anzi tutto il territorio vanta una flottiglia peschereccia tra le più cospicue d'Italia. Marsala e Mazara (il primo porto peschereccio d'Italia) sono gli altri centri della pesca d'alto mare, mentre lungo tutta la costa si pescano pesce azzurro, polpi, gamberi, triglie, calamari. Il settore ittico, comunque, sta attraversando un periodo di grande crisi per i costi e le difficoltà che devono affrontare i pescatori ostacolati anche dalle restrittive norme europee.
Favignana, tonnara Florio
Favignana, porto peschereccio
   Le numerose tonnare, considerate tra le più antiche d'Italia (Trapani, Marsala, Castellammare, Scopello, Bonagia, S. Vito Lo Capo, Favignana, Formica ) hanno quasi tutte dismesso la loro attività (una volta se ne contavano 18), rimane solo la tonnara di San Cusumano (ma senza mattanza) che ha assorbito la tonnara di San Giuliano e di Bonagia diventando un complesso industriale con annesso stabilimento conserviero di pesce. La storica tonnara di Favignana si dice che tornerà attiva nella prossima primavera dopo dieci anni in cui era stata solo una sorta di museo di archeologia industriale. Nella stagione di maggiore attività è arrivata a pescare più di 14.000 tonni!
veduta aerea: 
coltivazioni tra Trapani e Marsala
    L'agricoltura si basa sulla produzione di agrumi nella piana di Castelvetrano (l'arancio è la prima coltivazione ma da un decennio a questa parte la sua produzione è diminuita), cereali (la principale coltivazione cerealicola è il frumento duro seguito dall'avena mentre sempre più numerose sono le aziende che si dedicano al biologico), meloni (tra cui il 'cartucciaru' di Paceco), ortaggi (aglio rosso di Nubia), uva (Marsala, Alcamo, Pantelleria). Gli uliveti si trovano in prevalenza intorno al comune di Paceco e nell'ericino dove prevale il 'cultivar ogliarola' che dà un olio extravergine di pregio elevatissimo, e nella zona di Castelvetrano dove invece prevale la 'nocellara', ottima anche a tavola.

vigneto a spalliera nella stessa zona
carciofeto  in zona Valderice 
vari tipi di coltivazioni nell'alcamese
   Il territorio ha la più grande superficie coltivata a vigneto della Sicilia se non d'Italia. Si coltivano l'insolia, il cataratto, il grillo, lo zibibbo (i tradizionali) e sono stati importati molti vitigni stranieri. Numerose le Cantine sociali mentre l'industria vinicola è localizzata soprattutto nel marsalese. Molti i vini DOC e IGP : tra i più conosciuti il 'marsala' dal nome della città omonima, il moscato, il 'passito' di Pantelleria, il 'bianco' d'Alcamo, i vini prodotti nella Valle del Belice e intorno a Salemi. Il florovivaismo tra Marsala e Petrosino (in serre) da qualche decennio esporta piante mediterranee in tutta Europa, così come, oltre ad essere destinati al consumo locale, vengono esportati i prodotti coltivati in serra: fragole (al primo posto), melanzane, peperoni, zucchine, fagiolini, pomodoro. E' poi da segnalare la crescente importanza dell'ortofrutta: parecchie le aziende che operano tra Mazara, Marsala e Alcamo (ortaggi in piena aria e frutta fresca).
Pantelleria, cappereto a terrazze
Il cappero di Pantelleria, coltivato in terrazze su terreni vulcanici ha avuto il riconoscimento IGP. Nell'isola c'è anche una consistente produzione di uva passa dai chicchi grossi e dolciastri, usata in pasticceria.
Pantelleria, zibibbo 'appassito' al sole

mucche al pascolo nel custonacese
   L'allevamento bovino, a cui di recente si è aggiunto anche quello di bufale da latte, si concentra nella zona di San Vito Lo Capo, Custonaci, Valderice, Castellammare, Salaparuta; l'allevamento ovino e caprino è proprio delle zone di Salemi, Alcamo, Castelvetrano, Marsala, Trapani: caseifici locali producono formaggi di ottima fattura come il tradizionale 'pecorino'.
  Il comparto marmifero con l'estrazione e lavorazione del marmo (Custonaci, montagna Sparagio), uno dei punti di forza dell'economia trapanese, a causa della crisi globale, ha attraversato negli ultimi anni un periodo molto difficile perché sono calate le richieste e quindi le esportazioni. Conosciuto in tutto il mondo è il 'perlato di Sicilia' proveniente dalle cave di Custonaci.
Marsala, cantine Florio: 
 spazio shop
   L' industria enologica ha sempre avuto un buon sbocco sui mercati mondiali: conosciuto e apprezzato in tutto il mondo il vino liquoroso 'marsala' deve la sua fortuna agli inglesi che, alla fine del '700, dopo averlo assaggiato, lo paragonarono al Porto e al Madera. L' industria di conservazione del pesce ha stabilimenti a Trapani, Marsala, Mazara; attive sono pure le industrie di trasformazione e lavorazione di prodotti agricoli soprattutto nel settore oleario, e conserviero in genere. Caratteristica la produzione artigianale dei dolciumi e dei tappeti (Erice) e la lavorazione del corallo che continua a essere esercitata in botteghe artigianali (Trapani in passato è stato un centro fiorente).
tramonto sulla salina Culcasi
   A Trapani abbastanza attivi sono i cantieri navali e molto ricca la produzione del sale marino che viene lavorato e raffinato sul posto. La produzione raggiunge diverse tonnellate annue che, in buona parte, raggiunge i mercati esteri. Le saline si estendono a sud della città con i tipici mulini a vento che anticamente venivano usati per macinare il sale.
mulino Culcasi, 
cumulo di sale ricoperto da tegole

Nessun commento:

Posta un commento