A Trapani la Giudecca era il luogo fisico dove gli Ebrei erano raccolti in comunità. La loro presenza in città viene citata dalle fonti già dal 70 d. C. ma i primi riferimenti storici sono del XIII secolo e si intuisce che siano stati presenti già nel periodo arabo. All’inizio gli Ebrei, che avevano una loro identità etnico-religiosa precisa, si riunivano in una piccola sinagoga nel quartiere Casalicchio (oggi San Pietro) staccati dal resto delle altre comunità religiose. Originariamente furono soggetti ad una emarginazione che andò sempre più progredendo dovuta al folclore religioso diverso da quello arabo per cui si ripiegarono a rinchiudersi dentro la ‘Judeca’.
Anche le continue controversie con i cristiani non facilitavano i rapporti tra le due comunità e tra le cause di attrito vi furono la suddivisione delle tasse, la difesa della città, la costruzione delle mura ed il rifornimento d’acqua. Gli episodi di ostilità e la propaganda antisemita da parte degli altri gruppi ebbe come conseguenza la loro espulsione dalla città con l’editto di Ferdinando il Cattolico del 1492. Ma ci furono anche molti episodi di solidarietà tra gli ebrei e i trapanesi dovute a parentele e ad interessi economici che ormai si erano stabiliti tra di loro. Gli Ebrei svolgevano attività multiformi di artigianato e del commercio di prodotti agricoli e del pescato (corallo, tonno) ma erano anche bottegai ed esercitavano la medicina e la chirurgia. Furono banchieri e si dice anche usurai. Il loro esodo ebbe come effetto negativo l’interruzione di alcune attività artigianali di rilievo e mercantili con il Nord Africa rilevanti per l’economia cittadina. Per comprendere la consistenza del contributo che essi avevano dato allo sviluppo economico della città basta ricordare che numericamente la comunità ebraica di Trapani fu la terza della Sicilia dopo Palermo e Siracusa.Nel vecchio centro storico di Trapani il sito del quartiere ebraico e della Sinagoga è stato individuato nel quartiere odierno di San Pietro. Nella Giudecca, nella via omonima, si conserva il palazzo Ciambra appartenente ad una nobile famiglia che pare risalga agli inizi del ‘500. Nel 1901 il palazzo fu acquistato dal Comune che nel secondo dopoguerra lo cedette ai proprietari di una tipografia per risanare debiti contratti durante il periodo bellico. L’architettura è catalana (stile plateresco) con la facciata della torre ornata di conci e bugne a forma di diamante e un portale con arco ogivale sormontato dallo stemma della famiglia Ciambra. Inserito tra le costruzioni del vecchio centro storico rimane un po’ nascosto e rischia di passare inosservato ai visitatori. È abitato da privati quindi non è visitabile al suo interno ma se ne può ammirare la bellezza artistica esterna nonostante il trascorrere del tempo e l’incuria degli uomini.
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