Il Catito rappresenta l’emblema della Trapani che non esiste più. Sito nel quartiere San Pietro nella vecchia Trapani e adiacente alla Giudecca fu in passato una zona abitativa condivisa da ebrei e arabi. Il suo nome deriva dal latino catonium (mondo sotterraneo) ed un tempo era abitato dai ceti sociali più bassi.
Le sue case avevano un cortile interno derivante dal peristilium romano e dalla corte araba dove si svolgeva la vita della comunità. Attualmente alcune di queste case sono state trasformate in abitazioni di accoglienza turistica (come bed and breakfast) e per una clientela senza troppe pretese; in loco è sorta anche qualche trattoria che prepara piatti locali a buon prezzo. L'accesso al Catito è dato da Via Catito (una traversa di Via XXX Gennaio), una via stretta e tortuosa che introduce in un luogo ancora in parte degradato ma che ha tanta storia e cultura alle spalle e che è sempre stata considerata dai trapanesi una via abitata da gente molto facile al litigio e dedita a vivere giornalmente di espedienti, da ultimo anche luogo di spaccio di droga.
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