giovedì 29 agosto 2019

La Colombaia si salva

   Monumento di grande valore storico, dopo decenni di ampio dibattito per la sua salvaguardia, la Colombaia versa, speriamo ancora per poco, in gravissime condizioni di manutenzione e di degrado ambientale. Per decenni a nulla erano prevalsi i molteplici appelli dell'Associazione 'Salviamo la Colombaia' che si era battuta per il recupero del bene, uno degli emblemi più rappresentativi del patrimonio monumentale della città.
la Colombaia vista dal Lazzaretto 
   Finalmente la Colombaia avrà un futuro: all'inizio di giugno del 2019 si è conclusa la gara d'appalto per l'assegnazione alla ditta che porterà avanti i lavori di riutilizzo della Colombaia di cui la cittadinanza potrebbe tornare a fruire. Il Progetto che riguarda il recupero del celebre monumento prevede la creazione di un polo museale per la torre e sede di attività turistiche e culturali per i magazzini alla sua base.
la Colombaia 'immaginata'
disegno di V.Peralta 
   Detta anche castello di mare perché posta su un isolotto davanti il porto di Trapani, pare che la costruzione del Castello risalga al 260 a.C. ad opera di Amilcare Barca che ne fece una roccaforte cartaginese e che chiamò torre Peliade. Dopo la conquista romana nel 241 a. C. che vide il passaggio dell'Isola sotto l'orbita di Roma, con la sconfitta cartaginese la fortificazione venne prima distrutta e poi abbandonata. Rimase per lungo tempo disabitata e pare che il nome 'Colombaia' derivi dal fatto che diventò per questo dimora delle colombe.
   Sotto gli Arabi la torre fu ricostruita e servì da faro. Ritornò ad avere una sua importanza strategica durante le Crociate ed i periodi successivi di occupazione della Sicilia svolgendo un ruolo di difesa e segnalazione. Epoche storiche diverse hanno lasciato segni di trasformazione e ampliamento che architetti come Camilliani apportarono alla costruzione originaria ma che qui non interessa evidenziare perché esula dal nostro obiettivo di evidenziare l'urgenza della sua tutela e comunicarne la nuova funzione.

martedì 27 agosto 2019

Mulino a 'rischio'

   Il mulino 'Maria Stella' del XVI secolo, simbolo delle saline di Trapani e Paceco, considerato assieme alle sue storiche saline un bene culturale a ambientale da proteggere, è a rischio crollo. 



Questo l'allarme lanciato da un articolo del Giornale di Sicilia già nel 2018. La Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali aveva lanciato un appello ai legittimi proprietari affinché dessero inizio ai lavori per la messa in sicurezza e per il restauro dell' immobile, ma a tutt'ora niente è stato fatto e dall'esterno sono sempre più evidenti i segni del suo prossimo degrado se al più presto non si dà inizio ai lavori di ristrutturazione.

   Meta di visitatori nel periodo estivo, soprattutto ad agosto quando il sale viene raccolto e i tramonti sulle saline lasciano incantati, il mulino e la salina che lo circonda offrono uno spettacolo suggestivo che non ha eguali!  


mercoledì 21 agosto 2019

Napola è...

   Il territorio attorno a Trapani, quello più vicino alla città, ha diverse frazioni che lo caratterizzano ciascuna per una particolarità propria e che può essere gastronomica, dolciaria, vinicola, o altro. Ad esempio nella zona ericina compresa tra Valderice, Paceco e Trapani si trova la piccola frazione di Napola che fa parte del comune di Erice.
ulivi in mezzo alle case
Napola, via Milano
   La statale 113 della Settentrionale Sicula l'attraversa in pieno. Sono circa 1.000 le persone che vi abitano, il clima è favorevole tutto l'anno, i servizi principali sono tutti presenti e la viabilità è buona.
   Se vi capita di percorrere via Milano, la via principiale, l'unica, noterete dei murales che rappresentano le fasi della vendemmia. La loro realizzazione (qualcuno si è scolorito) è avvenuta in occasione delle varie sagre dell'uva che sono state organizzate a partire dagli anni '70 e da qualche decina d'anni non più con cadenza annuale.
murales con grappoli d'uva
   Gli abitanti  di Napola si dedicano tradizionalmente alle attività rurali (vigneti e uliveti sono le coltivazioni più diffuse con quelle di frumento e meloni), molti napolesi poi, pur lavorando in città, preferiscono vivere in questa piccola frazione circondata dalla campagna e lontano dal traffico e dal rumore della città e a soli dieci km di distanza; vicina anche alle ben note località turistiche del trapanese da qualche anno vi è sorto qualche bed & breakfast divenendo un buon punto di partenza per le escursioni sul territorio (Erice, San Vito Lo Capo).


coltivazione di meloni
Erice sullo sfondo