Il nome è strano e significa una fortificazione militare in cemento armato chiusa e a prova di bomba, dove alloggiava la mitragliatrice, con delle feritoie scalettate e un ingresso. Sicuramente è il bunker trapanese più conosciuto. La “casamatta” si trova lungo la Litoranea Nord, venendo da Trapani sulla sinistra di fronte la Libera Università, sopraelevata e circondata dalla sabbia, prima della spiaggia di San Giuliano, nel Comune di Erice.
Apparentemente non presenta segni di degrado ambientale. Questo tipo di fortificazioni si trovano un po’ dapperttutto sul litorale trapanese e risalgono agli anni 1940- 1943. Si possono considerare dei beni storici e ci ricordano i drammatici eventi della seconda guerra mondiale che la nostra città ha tristemente subito perché oltre ai danni materiali (in parte ancora visibili) al vecchio centro storico fu bombardato anche il porto e raso al suolo il Teatro Garibaldi. A tal proposito voglio qui ricordare che nel 1961 il Presidente della Repubblica Segni volle insignire Trapani della medaglia d’oro al valor civile per le numerose vittime subite durante i bombardamenti degli Alleati nel secondo conflitto mondiale. A Trapani alcuni residui di bunker si trovano a nord della città, vicino il mare, altri a Pizzolungo, Valderice, Nubia, Marsala, Favignana e facevano parte di un sistema di fortificazioni strategico per le operazioni di guerra e costruito per lo più lungo la costa per la difesa alle incursioni aeree che arrivavano dal mare. Le condizioni attuali della maggior parte di questi bunker, almeno di quelli ancora in piedi (altri sono stati distrutti al momento) sono di vergognoso abbandono mentre dovrebbero essere considerati patrimonio storico seppur risalenti ad un periodo tragico della nostra storia. La salvaguardia ed il recupero di tali residuati bellici dovrebbe essere quindi d’obbligo.