sabato 1 maggio 2021

Il fiume Birgi

   Uno dei fiumi più noti del territorio trapanese è il Birgi che sfocia nel mar Tirreno tra Trapani e Marsala sviluppandosi per 43 km. Il fiume nasce dai rilievi collinari di Monte Murfi e Piano Neve e dal complesso di Montagna Grande e attraversa tre comuni: di Buseto Palizzolo, in parte di Trapani e di Paceco; durante questo suo percorso cambia più volte nome tra cui Fittasi all’inizio e Chinisia alla fine. Infatti l’ultimo tratto è stato deviato ed incanalato nel fiume Chinisia che sfocia a nord di Torre San Teodoro, foce che si trova a circa due Km a sud dell’aereoporto di Trapani-Birgi. Attraversa così un’area territoriale in prevalenza collinare per finire in una pianura costiera.
   L’aspetto morfologico più rilevante è la presenza delle saline di Trapani e Paceco, il sito che si estende alla foce del fiume costituisce una delle più importanti zone umide della Sicilia occidentale. Esiste un legame stretto tra l’abitato di Birgi e la storia della laguna dello Stagnone. Dalla contrada di  Birgi Vecchi partiva, ed esiste tutt’ora, una strada sott’acqua lastricata che collegava la terraferma con l’isola di Mozia, antica colonia fenicia, che ancora oggi si può percorrere sui carretti. La strada era stata costruita nel VI secolo a.C. Per via dello spostamento della necropoli di Mozia sulla terraferma, a Birgi appunto. Le fonti letterarie e i resti archeologici testimoniano che i Fenici frequentavano tutta l’area costiera della Sicilia occidentale di cui avevano occupato isole e litorali.

lunedì 5 aprile 2021

La “casamatta” alla Litoranea

  Il nome è strano e significa una fortificazione militare in cemento armato chiusa e a prova di bomba, dove alloggiava la mitragliatrice, con delle feritoie scalettate e un ingresso. Sicuramente è il bunker trapanese più conosciuto. La “casamatta” si trova lungo la Litoranea Nord, venendo da Trapani sulla sinistra di fronte la Libera Università, sopraelevata e circondata dalla sabbia, prima della spiaggia di San Giuliano, nel Comune di Erice.



Apparentemente non presenta segni di degrado ambientale. Questo tipo di fortificazioni si trovano un po’ dapperttutto sul litorale trapanese e risalgono agli anni 1940- 1943. Si possono considerare dei beni storici e ci ricordano i drammatici eventi della seconda guerra mondiale che la nostra città ha tristemente subito perché oltre ai danni materiali (in parte ancora visibili) al vecchio centro storico fu bombardato anche il porto e raso al suolo il Teatro Garibaldi. A tal proposito voglio qui ricordare che nel 1961 il Presidente della Repubblica Segni volle insignire Trapani della medaglia d’oro al valor civile per le numerose vittime  subite durante i bombardamenti degli Alleati nel secondo conflitto mondiale.                                                
A Trapani alcuni residui di bunker si trovano a nord della città, vicino il mare, altri a Pizzolungo, Valderice, Nubia, Marsala, Favignana e facevano parte di un sistema di fortificazioni strategico per le operazioni di guerra e costruito per lo più lungo la costa per la difesa alle incursioni aeree che arrivavano dal mare. Le condizioni attuali della maggior parte di questi bunker, almeno di quelli ancora in piedi (altri sono stati distrutti al momento)   sono di vergognoso abbandono mentre dovrebbero essere considerati patrimonio storico seppur risalenti ad un periodo tragico della nostra storia. La salvaguardia  ed il recupero di tali residuati bellici dovrebbe essere quindi d’obbligo.